Da un articolo di Antonia Visconti del 1998

“Partiamo per restare. Haiti, l’isola senza qualità – così chiamata per il suo squallore – ci attende”. Queste le parole delle due religiose, suor Vincenzina Dallai e suor Luigia Carioli, che il 26 Ottobre partiranno per l’isola caraibica, dove l’ordine delle Figlie della Misericordia aprirà una nuova missione. Non tutti sanno che in quest’isola prospera il “virus” della miseria. Haiti, infatti, è il paese più povero dell’America Latina, conta circa sette milioni di abitanti, in maggioranza discendenti degli schiavi africani. A questi va aggiunto il milione e mezzo di haitiani che vivono all’estero: Canada, U.S.A., Bahamas. Le cause della crisi economica e sociale in cui gravita la nazione, sono diverse. La prolungata crisi politica ed istituzionale e poi l’embargo, deciso nel ’94 dall’ONU, hanno aggravato la situazione dell’isola, che attualmente dipende dall’estero per le forniture energetiche ed in parte anche per le derrate alimentari. Haiti, infatti, ha un’agricoltura di sussistenza: il 71% dei contadini coltiva meno di un ettaro di terra e le tenute più vaste e fertili sono per lo più condotte da compagnie straniere. “La tragica situazione delle campagne – dice suo Vincenzina – spinge migliaia di contadini verso Port au Prince, la capitale, le cui periferie scoppiano di miseria”.

“Di conseguenza – continua la religiosa – nascono problemi di tipo sanitario ed educazionale. Secondo le ricerche dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) i casi di lebbra ad Haiti sono intorno ai 60.000 e l’AIDS è endemico. Per quanto riguarda l’educazione, è assicurata per l’80% da privati ma nonstante questo, più di metà della popolazione è costituita da analfabeti.” La maggioranza della popolazione parla il dialetto creaolo, solo il 30% parla correttamente il francese. Disoccupazione e sottoccupazione interessano il 50% circa della popolazione, per 2/3 composta di giovani con meno di 30 anni che, esasperati, si danno a pratiche di saccheggio o si arruolano in organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di cocaina tra Colombia ed America settentrionale, che transita per l’isola.

Da diversi anni ormai, le Figlie della Misericordia sono presenti ad Haiti per saltuarie missioni estive, sollecitatae da mons. Emmanuel Constant, vescovo di Les Gonaives. Ed è proprio a Gonaives che sono dirette le due sorelle. Sabato sera in Duomo, durante la veglia di prechiera per la giornata missionaria mondiale, suor Vincenzina ha ricevuto ufficialmente il mandato del Vescovo. Suor Luigia l’accompagnerà, ma la sua permanenza sarà limitata a qualche mese. “Cercheremo sopratutto” dice suor Luigia “di curare il corpo, per poter sollevare l’anima. Il Cattolicesimo è praticato dall’80% degli haitiani, anche se coesiste con i diffusi e tradizionali riti vudù, di derivazione africana. Prevediamo di assicurare: assistenza sanitaria, alfabetizzazione, catechesi, educazione nella scuola, sempre nel rispetto delle alter religioni.”

Suor Vincenzina, che per diciassette anni è stata missionaria in Africa, nella regione dei Grandi Laghi, conclude affermando : “Ho una grande gioia nel cuore, perchè non lascio una parte d’Africa, bensì la ritrovo in questa popolazione, discendente dei primi schiavi deportati. Inserirmi nel cuore di questo popolo mi permetterà di esprimere la misericordia che vivo e far capire che il Signore ci ama tutti indistintamente.”